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Il 27 settembre 2022 abbiamo partecipato, a Lisbona, al Digital with Purpose Global Summit.

Digital with Purpose è un evento che unisce il settore privato e i decisori pubblici con l’obiettivo di promuovere e far assorbire le innovazioni digitali per il conseguimento dell’Accordo di Parigi e dei Sustainable Development Goals (SDGs) entro il 2030.

Si tratta di un movimento di cui fanno parte le organizzazioni e le realtà aziendali le cui attività ruotano attorno a tematiche come la sostenibilità, l’efficienza energetica, il rispetto per l’ambiente e la tutela del benessere dell’essere umano e che utilizzano le innovazioni tecnologiche e la collaborazione trasversale.

Il Summit è stata l’occasione per gli attori privati, tra cui Huna, di presentare le proprie soluzioni innovative e di stabilire un dialogo ed una collaborazione con gli stakeholder pubblici (enti locali, Stati, organizzazioni multilaterali), al fine di velocizzare il processo che condurrà la società ad un modus vivendi ed operandi più sostenibile.

Digital with Purpose ha rappresentato una preziosa possibilità per i leader mondiali e per le organizzazioni pubbliche e private di scambiare idee, di confrontarsi a proposito dell’impiego di soluzioni digitali e della futura e concreta implementazione delle stesse.

Grazie all’invito di Digital SME Alliance, Huna  (nella persona del nostro Founder e Ceo, Santo Lico) ha partecipato ad un Panel di discussione sul ruolo delle PMI digitali nel raggiungere gli obiettivi climatici europei, e come esse possano essere maggiormente supportate dagli Stati e dai diversi organi europei.

Sostenibilità ed efficienza energetica: alcune linee programmatiche europee

Il nostro intervento, perfettamente inserito nel contesto socioeconomico contemporaneo, ha riguardato il processo di efficientamento energetico delle aree urbane, con particolare attenzione rivolta al quadro legale ed alle politiche pubbliche.

Le Direttive europee come la Energy Efficiency (2012/27/EU), modificata nel 2018, e il piano RePowerEU della Commissione Europea per l’autonomia energetica, sono validi strumenti legali e di policy che favoriranno ed agevoleranno il processo di transizione ecologica verso una società più green, consapevole, responsabile ed interconnessa.

In particolare, RePowerEU mira ad attuare sempre più risparmi energetici ed economici nella gestione dell’energia, oltre a diversificare le importazioni energetiche e il privilegio di energie pulite.

La Commissione vorrebbe più ambiziosamente aumentare i target vincolanti in materia di efficientamento energetico rispetto alla Direttiva attuale, portandoli dal 9% al 13% entro il 2030. Addirittura, a luglio, alcuni gruppi all’interno del Parlamento Europeo avrebbero raggiunto un accordo per un proporre un target ancora più alto.

Una direzione strategica a livello di policy che potrebbe accelerare la transizione energetica proprio a partire da infrastrutture come l’illuminazione stradale e gli edifici.

La penetrazione digitale delle infrastrutture di illuminazione stradale si attesta, ad oggi, attorno all’1% in tutta Europa, e al 3% in Italia.

Significa che il 99%, nel caso medio europeo, di tali sistemi di illuminazione è ancora gestito in modo obsoleto o scarsamente innovativo, e quindi, scarsamente sostenibile, provocando un livello molto basso di efficienza e performance energetiche, scarsa sostenibilità ed alto tasso di inquinamento sia in termini di emissioni di CO2 sia di inquinamento luminoso.

Un sistema digitalizzato, invece, consente di impattare positivamente sull’ambiente e sulle comunità, aumentando la qualità della luce e riducendo sensibilmente i costi anche sociali.

Ciò che appare evidente è che nel brevissimo termine si pongono alcune sfide cruciali.

Il risparmio energetico è una delle direzioni che permetterà ai Paesi dell’Unione Europea di affrontare nel migliore dei modi le difficoltà del prossimo inverno e degli anni a seguire.

A tal proposito, il cambio comportamentale e la consapevolezza di ogni cittadino consentirebbero una notevole riduzione della domanda di gas e petrolio con un conseguente risparmio anche economico. Affinché ciò sia possibile, però, sono necessarie delle campagne di comunicazione e di informazione mirate che siano in grado di parlare tanto alle famiglie quanto alle imprese ed alle industrie, passando per le pubbliche amministrazioni ed i Comuni.

Inoltre, ai Paesi membri dell’UE è richiesta anche l’attuazione di misure fiscali che stimolino i consumatori ad adottare misure e strumenti per il risparmio energetico. Si pensi, ad esempio, alle aliquote ridotte sugli interventi relativi al riscaldamento ad alta efficienza energetica e all’isolamento degli edifici.

Il punto sull’esigenza di un sistema di standardizzazione condiviso e il contributo delle PMI Digitali

Proprio durante la tavola rotonda, la standardizzazione è stato l’argomento al centro del dibattito.

Il tema di una standardizzazione condivisa tra settore pubblico e privato, e all’interno di quest’ultimo, tra grandi aziende e PMI, è stato affrontato sin da subito da Paulo Valente, Ceo di Smartlamppost.

Valente ha sottolineato come la differenza di dimensioni tra PMI e multinazionali sia già di per sé un ostacolo sia alla proposta sia all’implementazione di standard condivisi.

Di conseguenza, le PMI devono sopportare maggiori sforzi per adeguarsi ai modelli di standardizzazione e per intraprendere la via della sostenibilità.

Ilias Iakovidis, membro della Commissione Europea, ha sottolineato come il tema della standardizzazione rappresenti un elemento chiave anche negli appalti pubblici.

“Uno dei criteri più ricorrenti della stazione appaltante per l’affidamento di un servizio pubblico è – ha dichiarato Ilias Iakovidis – il prezzo, ovviamente quello più basso. Supponiamo che sia introdotto un altro criterio di acquisto, quello green. Questo criterio, tuttavia, per acquisire una valenza propria, è direttamente collegato all’affermazione di standard green per il calcolo dell’impatto ambientale. A meno che non ci siano standard in tal senso, è difficile calcolare e quindi stabilire quale impatto ambientale sia maggiore in un caso piuttosto che in un altro”.

Tale posizione è stata ampiamente condivisa da tutti, con una puntualizzazione da parte del nostro Ceo Santo Lico:

“Ciò che afferma Ilias è sacrosanto. Noi di Huna abbiamo partecipato ad appalti pubblici con standard verdi. Ci tengo, tuttavia, ad aggiungere che il problema è che, in certe situazioni, lo standard era troppo stretto e limitato. Il calcolo è stato impostato in modo tale che il risultato finale fosse quasi un ostacolo all’innovazione e le imprese si adattassero al prezzo più basso. L’esigenza di standard è chiara, tuttavia dovranno essere abbastanza ampi da consentire l’innovazione.”

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